Si giunge così all'inizio del secolo XII in cui Gravedona fu un cento di notevole importanza; partecipò alla guerra decennale tra Como e Milano (1118-1127) e in seguito alla pace di Costanza, con cui nel 1183 si concluse il conflitto tra il Barbarossa e i Comuni lombardi.
In questa occasione la storia narra che la flotta di Gravedona saccheggiò il bottino di Federico Barbarossa mentre, per nave, veniva trasportato verso Chiavenna. Gli venne sottratta anche la corona imperiale.
Donde la frase che, a Costanza, l'indignato imperatore avrebbe pronunziata: "Perdono a tutti i Comuni lombardi, ma non ai perfidi Gravedonesi".
Scomparsa ogni traccia di servitù feudale e di autonomia locale sotto il dominio di Como, la vita comunale tuttavia continua la sua fioritura; i centri più importanti di Gravedona, Dongo e Domaso assumono la dignità di borgo ed in questi borghi continuano a vivere le stesse famiglie nobili che già avevano caratterizzato il primo periodo di vita del Comune.
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